Cresce sempre di più la tendenza no-click che fa tremare gli esperti SEO: quest’anno il 49% delle ricerche su Google non genera Click
Dal 2016 le ricerche che non generano click sono aumentate del 12%, dato che fa tremare tutti i professionisti SEO. A far luce su questa nuova tendenza no-click ci pensa SparkToro, che ha condotto l’analisi sul mercato statunitense. Insieme a Jumpshot ha studiato e monitorato la query su Google negli USA, focalizzandosi sulle ricerche del browser Web su desktop e dispositivi mobili Android, escludendo le ricerche di dispositivi iOS, dall’app Ricerca Google, con dispositivi vocali o con risultati che rimandando a clic su app mobile.
La ricerca ha dimostrato come e perché i click sui risultati organici sono diminuiti. Gli utenti si fermano sulla pagina di Google Search soddisfatti delle risposte ricevute grazie alle feature e snippet di Google o dagli annunci di Google Ads.
Google Search e no-click: la ricerca
L‘indagine di SparkToro e Jumpshot dimostra che quasi la metà delle ricerche sono risultate essere no-click. Esse si concludono direttamente nella SERP, e questa tendenza è aumentata negli ultimi 3 anni, grazie al costante miglioramento che Google applica la suo algoritmo per ottimizzare la customer journey.
Dal grafico si evince che:
- Il 5,90% ha fatto clic su un risultato organico di un sito Google.
- Il 48,96% non ha fatto clic.
- Il 41,45% ha fatto clic su un risultato organico generico non su siti Google.
- Il 3,58% ha fatto clic su un risultato a pagamento generico non su siti Google.
- Lo 0,11% ha fatto clic su un risultato a pagamento verso un sito di proprietà Google.
La tendenza no-click risulta più presente sui dispositivi mobile. Quando naviga da un dispositivo mobile l’utente ha meno voglia di scrollare la pagina e si ferma alle prime voci della SERP che consistono negli annunci a pagamento e negli snippet di Google.
I motivi dietro alla diminuzione dei click sui risultati organici
I motivi che portano l’utente a non lasciare la SERP sono diversi, ma possono essere identificati in tre fattori principali.
1- Features di Google. Il motore di ricerca è sempre attento a migliorare l’esperienza dell’utente sul web. Trovare le informazioni senza lasciare la pagina di ricerca aumenta di sicuro la customer journey. L’utente può trovare svariati tipi di informazioni sui risultati di ricerca: testi musicali, indicazioni stradali, informazioni turistiche, food delivery ecc. Questi snippet di Google occupano la parte superiore pagina di ricerca, spostando sempre più in basso i risultati organici. Va sottolineano inoltre che l’utente tende a non approfondire le proprie ricerche su altri siti perché ripone in Google estrema fiducia.
2- Mobile. Sebbene i click sulle ricerche organiche sia calato, i click sugli annunci e sugli ADS sta salendo. Questo va attribuito all’attitudine sempre maggiore di utilizzare smartphone invece che desktop, e come detto prima, sul mobile, l’utente è più “frettoloso”: cerca le risposte più rapidamente e si aspetta una risposta ancora più rapida. Si ferma quindi ai primissimi risultati della SERP che sono gli annunci. Va ricordato inoltre che sta prendendo sempre più piede l’abitudine di utilizzare la ricerca vocale sia attraverso l’app sia attraverso l’assistente. In questo modo Google potrà fornire una semplice risposta vocale alla risposta, lasciando l’utente soddisfatto.
3- Meta tag e anteprime troppo esaustive e non inerenti. L’ultimo fattore è forse il più scontato, ma mai banale, ed è precedente a tutte queste evoluzioni di Google. Spesso l’utente non fa nessun click durante la sua ricerca perché le anteprime dei siti internet e i metatag contengono già le informazioni che cerca, oppure vengono percepite dall’utente come non inerenti alla sua ricerca, così da convincerlo a farne un’altra. Chi si occupa di promozione online sa quanto sia sottile la linea che separa il “dare troppe informazioni” e il “dare poche informazioni”. Costruire i metatag è un’arte che si raffina con il tempo e consiste proprio nel dare quel tanto di risposte all’utente da invogliarlo ad accedere al sito internet.
Tendenza no-click: dobbiamo disperare?
Chi lavora in una web agency e si occupa di web marketing non deve di certo disperare. Come detto prima le campagne di annunci su Google stanno acquistando sempre più click, basterà quindi integrare alla propria strategia SEO una campagna di annunci Google ADS così da non perdere le visite al sito. Inoltre nei settori in cui Google non compete direttamente, ci possono essere meno click totali disponibili, ma probabilmente più ricerche totali e l’ottimizzazione dei meta tag del sito internet potrà aumentare il flusso di visite.