Cyberbullismo e Social Network
Ogni giorno, nel mondo, 2,3 miliardi di persone utilizzano i Social Network (fonte We Are Social, Gennaio 2016) e secondo recenti statistiche risulta che ognuno di noi ha in media 5 profili Social (Facebook, Instagram, Twitter, etc.).
Nativi digitali, perennemente connessi, produttori e consumatori ossessivi di informazioni e contenuti in rete, ma siamo consapevoli delle conseguenze?
I grandi episodi di attualità dimostrano che ciò che manca nel nostro Paese è l’educazione digitale – basti pensare ai molteplici commenti carichi di odio e violenza che ogni giorno leggiamo nei Social Network, piuttosto che ai casi di cyber bullismo con tutte le conseguenze tragiche che possono comportare nei confronti della vittima.
Cyberbullismo, significato
Col termine cyberbullismo vengono generalmente definiti tutti gli atti di tipo offensivo e prevaricatori perpetrati attraverso l’utilizzo della rete internet.
Safer Internet Day 2017
Oggi è il Safer Internet Day, ed è stato presentato presso il Ministero dell’Interno da parte del MOIGE e dalla Polizia di Stato il progetto “Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un web sicuro”, in collaborazione con Fondazione Vodafone Italia e Trend Micro.
“E’ necessario però saper utilizzare correttamente Internet, ed in modo speciale i social network, che sono la via principale attraverso la quale si sviluppano gli episodi di cyberbullismo spesso con gravi conseguenze. E’ nostro dovere dunque continuare a parlare di bullismo e cyberbullismo perchè accrescendo le conoscenze sul fenomeno si contribuisca a combatterlo”.
Bullismo e cyberbullismo
Dai dati illustrati, dalle attività svolte dalla Polizia Postale e dagli studi effettuati dall’Università La Sapienza di Roma coordinati dalla prof.ssa Giannini risulta che iragazzi sono poco consapevoli delle regole della rete, degli effetti di comportamenti aggressivi e dell’impatto che quest’ultimi hanno sulla vittima.
Considerazioni sul cyberbullismo
Dalla ricerca condotta su 1500 alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado emerge un atteggiamento di sottovalutazione degli effetti dei comportamenti violenti in rete, in particolare:
- L’82% non considera grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social.
- L’86% ritiene che le conseguenze per la vittima non siano gravi e, poiché non vi è violenza fisica diretta, l’atto verbale può essere considerato non grave.
- Il 76% dichiara che insulti o frasi aggressive riguardano l’aspetto fisico, l’abbigliamento, i comportamenti di chiusura non di non aggregazione a gruppi “forti”.
- Il 71% dichiara che la vittima non avrà alcuna conseguenza da tali offese.
- Il 68% dichiara che non è grave pubblicare immagini, senza autorizzazione, che ritraggono la vittima, poichè ritenuti circoscritti ad un ristretto numero di persone.
Internet, il web ed i Social Network rappresentato prima di tutto una grande opportunità, ma l’esigenza di un educazione digitale è di primaria importanza per evitare un utilizzo inconsapevole e scorretto di questi strumenti, che per propria natura consentono di diffondere ovunque ed in maniera virale qualsiasi contenuto e/o informazione.
Siamo degli analfabeti digitali? Vi lascio con questa ultima affermazione, del presidente di Telefono Azzurro:
“Molti genitori non conoscono i possibili comportamenti dei figli online e i relativi rischi: il 67% non sa cosa sia il sexting”
Quanti di voi cercheranno, ora, questo termine su Google?